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C**O
Senza scampo
L'Ortese è una scrittrice che straripa e non lascia scampo al lettore; precipita chi, fin dalle prime pagine, si lascia travolgere e lascia salvo chi – anche riconoscendole talento - si aggrappa a qualche sua forma di speranza per evitarla. Ti imprigiona nel magma, perché la sua è una gabbia in movimento messa su con parole vive e luminose, ma pur sempre una gabbia dove queste parole sono espressione di delirio e di angoscia.Soprattutto la Ortese può essere odiata, e anche invidiata per lo stile, cioè per la facilità di scrivere quello che scrive, per la facilità con cui sembra raggiungere la propria perfezione in un vortice. E per il suo realismo caustico, un realismo in fiamme, infernale.Dunque c'è la sua ironia: pervasiva, feroce, grottesca, espressa con evidenza o, peggio, microscopica, nascosta nelle virgole, quella forma che colpisce con un leggero ritardo – la forma di ironia più impietosa.Ricorda Gogol, Maupassant, Celine, Dostoevskij; ma anche Lautremont, Schwob, Sologub.Tuttavia il suo realismo non somiglia a nulla, tanto meno nella letteratura italiana del novecento; e non è una fedele descrizione, ma un'allucinazione che macina il reale, senza distinzioni e senza fare sconti. Perfino autodistruttiva, in questo.La sua ottica è un assoluto di meraviglia. Ma nel momento in cui è compiuta o percepita, risulta allo stesso tempo desolante, e mette in moto un senso di colpa personalissimo di cui la letteratura contemporanea italiana non si è mai curata.Così è nel racconto più controverso della raccolta, Il silenzio della ragione, dove il fiume caustico dai piani bassi raggiunge quelli medi, quelli alti: non tanto e non solo per il livello di classe sociale, quanto per la localizzazione fisica, dai piedi del popolo lerci e putridi alla testa dell'intellettuale, altrettanto sporca e imbrattata di false speranze. O di speranze cieche della propria miseria.
S**E
Troppo compiaciuto nelle descrizioni di miserie e deformazioni varie. ...
Troppo compiaciuto nelle descrizioni di miserie e deformazioni varie. Pesante e oppressivo. L'ho preso e mollato a diverse riprese, ma non son riuscita mai a continuare fino in fondo.
C**N
il mare
tutto perfetto come al solito
R**N
Documento critico su realtà sociali della Napoli del secondo dopoguerra.
Questa opera della Ortese è un documento su un tempo in cui alcuni giovani sognavano di cambiare certe realtà sociali e si scontravano con le difficoltà oggettive, con conseguente pessimismo. L'opera infatti è pervasa da un senso di scoramento e, anche, di critica non sempre benevola verso tanti "intellettuali" della Napoli del secondo dopoguerra.La lettura non mi è risultata piacevole.
G**O
CONSEGNA RAPIDA E VELOCE
Consiglio la lettura di questo libro in quanto scorrevole e immersivo
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2 weeks ago
5 days ago